Che cosa c’è rimasto di questa lunga estate ?

Cosa abbiamo raccolto durante l’estate? Fiori, sassi conchiglie, un libro letto, nuovi amici e il loro indirizzo,parole condivise, parecchie fotografie, tantissimi ricordi… ? Mescolando questi elementi (che sono concreti ed astratti) si può comporre un poesia autobiografica tenendo come riferimento quella di Noemi Vicini.
Per attivare la raccolta degli elementi si può fare un piccolo esercizio di scrittura creativa facendo prima un elenco delle “parole chiave” dell’estate appena trascorsa. Sarà a partire da alcune di queste che si costruiranno i singoli versi attraverso l’arricchimento di aggettivi e di considerazioni specifiche ( una conchiglia rotta pescata da Luca e pestata da Carmela, il gusto nuovo di un gelato mangiato sulla spiaggia al bagno 49…)
Si può cercare il ritmo e scoprire che sono quasi tutti settenari
Ricopiare in una tabella ad hoc per la metrica.

Che cosa c’è rimasto di questa lunga estate ?

Che cosa c’è rimasto
di questa lunga estate ?
Un mazzo di bellissime
cartoline illustrate
con il porto, il moletto,
la pineta, il laghetto,
un pugno di conchiglie,
uno zoccolo rotto,
un sasso levigato
che l’acqua ha modellato
tante foto ricordo
con i monti alle spalle
e le casette alpestri
serene nella valle;
granelli di sabbia in fondo
alla borsa del mare
e una macchia di more
che non si può lavare.

Da Trecentosessantacinque storie una per ogni giorno
di Vicini Noemi – ed.Fabbri – 1984

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